martedì 7 luglio 2015

Lode a te.

Muta infilata con difficoltà, caschetto e giubbotto di salvataggio, pagaia tra le mani.

Piena attenzione alle mie istruzioni espressa in un tenerissimo sguardo, filtrato da spessi occhiali da vista.

Curiosa, entusiasta e senza paura.

Sale a bordo e mi stupisce con la volontà di pagaiare perfettamente a tempo con gli altri.
Mi stupisce ancora di più quando ci riesce.

Mi sento in colpa per aver pensato che non ce l'avrebbe fatta.
Decido che darò il meglio, decido che metterò in pratica tutto quello che ho imparato in questi due anni.

Iniziamo la discesa.
Lei si guarda intorno e sembra una ragazzina appena uscita dal dopo scuola, determinata a godersi la parte rimanente della giornata di sole.

La guardo e non posso che sorriderle.
Le chiedo se è comoda, se va tutto bene.
Sorride ed annuisce.
Io mi sciolgo e contemporaneamente sto attento a seguire le linee d'acqua.

"Even flow, thoughts arrive like butterflies"

Sono un atomo di felicità immerso nel caldo afoso di un luglio bollente.

La prima parte sta terminando ed in fondo al fiume c'è lo scivolo.
Mi arrivano istruzioni.
Dicono: "mh, forse è meglio di no..."

La guardo con aria interrogativa, lei mi guarda come se qualcuno le stesse per togliere il gran finale di una bella giornata.
Le sorrido, alzo il sopracciglio e annuisco.
Ci intendiamo al volo "partners in crime, yeah!", si va!

Ci avviciniamo lenti al salto e lei pagaia felice.
Accelleriamo quanto basta, siamo sul bordo e il muso del gommone sta per pendere nel vuoto.

La afferro cautamente per il giubbotto e scivoliamo giù per quei quattro, cinque metri che ci separano dal resto del gruppo.
La punta tocca, arriviamo giù dritti e precisi.
Ce l'ho fatta.

Ce l'abbiamo fatta.

Applausi, lei sorride.
Io sorrido e sono felice.


Lode a te, meravigliosa settantenne dai capelli argentati.

Lode a te, per avermi dimostrato che è sempre l'entusiasmo il modo migliore per tirare fuori il meglio dal prossimo.

Lode a te, per aver risollevato le sorti di una giornata che al massimo sarebbe stata normale.

giovedì 26 febbraio 2015

Il coso rosso

Svegliarsi la mattina, trovarsi un coso rosso davanti agli occhi e chiedersi perchè.
Continuare a chiedersi perchè, senza riuscire a smettere di parlare al coso rosso.
Apprezzare il dialogo con il coso rosso.

Avere la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra.
Decidere che no, non è il caso di proseguire.

Andare comunque avanti nonostante tutto e vedere quel coso rosso farsi sempre più grande. Sentirsi cercati, vederlo avvicinarsi, sentirlo intorno, abbracciarlo, cercarlo, lasciarsi inglobare.
Sentirne ed apprezzarne il piacere.

Iniziare a vivere bene dentro al coso rosso.
Provare la sensazione che continui ad esserci qualcosa che non va.
Entrare nonostante tutto nel coso rosso.

Iniziare a guardarsi intorno mentre si è li dentro.
Osservare le cose dall'interno e vederle in maniera differente da come si vedevano da fuori.
Accettare di essere dentro al coso rosso.
Provare qualcosa di diverso rispetto a prima.
Non avere nessuna paura, mai.

Andare avanti, lottare per uscirne, lasciarsi catturare di nuovo e tornare sui propri passi.
Ricucirlo e lottare affinchè non esploda.
Prendere una decisione.

Allontanare il coso rosso e non riuscirci perchè ormai sei coinvolto e non vuoi farlo
esplodere.
Andare avanti.
Non avere nessuna paura, mai.

Cercare di tenere in equilibrio sulla punta quella strana forma, riuscirci e ritenersi soddisfatti.
Accettare le debolezze del coso rosso.
Lottare perchè smettano di essere debolezze.

Sentire la voce che viene da fuori il coso rosso "...aspettare...fiducia...te...",
Fraintendere quelle parole perchè da dentro vedi e senti diversamente ed andare avanti.
Tenere la guardia alta e lasciarsi andare, tenere insieme i due lobi del coso rosso.
Riuscirci trovando la forza nella calma.
Nessuna paura, mai.

Iniziare di nuovo a guardare intorno a te.
Vedere che dentro al coso rosso ci sei solo tu.
Riguardare meglio e confermare che no, non c'è nessun'altro.
Rendersi conto di aver dato per scontato di essere in due.
Guardare meglio, l'altra persona è fuori.

Ha trovato un'uscita e può scegliere se entrare o uscire, dipende dalla situazione.
Non essere sicuro che sia mai entrata completamente o che abbia mai avuto volontà di sapere cosa ci fosse dentro al coso rosso.

Accettare che quello che hai sempre saputo non potrà mai essere cambiato.
Prendere atto della realtà mentre sei dentro al coso rosso.
Nessuna paura, mai.

Rabbia & frustrazione.
Inazione no,  è inaccettabile.

Decidere, qui e ora.
Sentire dentro di se maturare la forza della calma e della consapevolezza.

Sentire l'urgente necessità di applicare la propria spinta per un cambiamento.
Sentirsi bene, provare amore verso se stessi.
Apprezzarne già l'effetto che andrà a
colmare il vuoto temporaneo che si verrà a creare.

Percorrere strade.
Chiedere.
Cercare.
Trovare.

Motivare, spiegare il proprio "Amorproprio".
Provare dolore e delusione.
Avere paura di cedere e di ritornare sui propri passi.
Placare la paura ripensando alla spinta propulsiva che ti ha messo nella tua posizione.
Lì davanti, in piedi a spiegarti.

Percorrere strade.
Pensieri caotici.


Pensare, sfogarsi con parole.
Mettere alla prova di un contraddittorio esterno la propria decisione.

Fermarsi, riflettere.

Elaborare il vissuto.
Scriverlo.



...e quando te ne vai, non c'è ritorno a casa...
...e quando te ne vai, non c'è ritorno a casa...
...e quando te ne vai, non c'è ritorno a casa...
...e quando te ne vai, non c'è ritorno a casa...
...e quando te ne vai, non c'è ritorno a casa...
...e quando te ne vai, non c'è ritorno a casa...



giovedì 8 gennaio 2015

Lunedoom, Martedoom, Mercoledoom, Giovedoom, Sabadoom, Doomenica

Reazione di pancia ad un giorno di merda, in un momento storico abbastanza nero. 
Nero doom, per la precisione.


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7 gennaio 2015: sfogo!

"Quando sento che n'amico mio sta a perde il lavoro perchè il padrone non sa se grattase r'culo co' la mano sinistra o co' la mano destra, che l'iva sul pellet sale dal 10 al 22 e tante altre nefandezze, non posso fa a meno de sentì dentro de me quella sana voja de bolscevismo e quell'esigenza de cura Robespierre. 

Insomma, prepotente insorge il desiderio che quella speranza d'equità che tutti c'abbiamo, s'abbatta su sto monno come 'na mietitrice nera, cieca e piena de giusto furore!"


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Però appunto, reazione di pancia...

...poi torno spontaneamente nel mio giardino zen, dove negli anni ho costruito un pò di pace.
Rifletto con calma e noto che  qualcuno sorride, qualcun altro mi sorride e c'è addirittura chi mi fa sorridere.

Sospiro, inspiro e proseguo.