mercoledì 31 ottobre 2007
Un futuro senza luce?
Maurizio Pallante (Roma, 1947), laureato in lettere, consulente del Ministero dell'Ambiente per l'efficienza energetica, principalmente attivo come saggista.
Fondatore con Mario Palazzetti, Tullio Regge nel 1988 del Comitato per l’uso razionale dell’energia (CURE), ha svolto l'attività di assessore all'Ecologia e all'Energia del comune di Rivoli. Svolge attività di ricerca e di pubblicazione saggistica nel campo del risparmio energetico e delle tecnologie ambientali.
Collabora con Caterpillar per la festa della "Decrescita felice", di cui è il principale ispiratore. È membro del comitato scientifico di "M'illumino di meno".
Il nostro sistema energetico è come un secchio bucato: spreca e disperde in atmosfera più energia di quanta ne utilizzi. Quindi, prima di pensare alle fonti rinnovabili con cui soddisfare una domanda che sembra destinata a crescere indefinitamente per assecondare la crescita del p.i.l., occorre tappare i buchi del secchio, eliminando sprechi, inefficienze e usi impropri.
Allo stato attuale della tecnologia si possono dimezzare i consumi di fonti fossili senza ridurre i servizi finali dell'energia, negli usi termici, nella produzione elettrica e nell'autotrasporto.
In questo modo si ridurrebbero sia le emissioni di CO2, che sono la causa principale dell'effetto serra, sia i costi economici della bolletta energetica delle famiglie, delle imprese e dell'economia nazionale. E i risparmi consenti-rebbero di pagare i costi d'investimento delle tecnologie che accrescono l'efficienza, attuando un ampio trasferimento di denaro dalle importazioni di petrolio alle retribuzioni degli occupati in questi settori.
Ridurre gli sprechi è indispensabile per consentire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, il cui contributo non sarebbe in grado di coprire i consumi inutili e le inefficienze attuali, ma potrebbe soddisfare in maniera significativa una domanda di servizi energetici forniti con un rendimento maggiore, come dimostra l'esperienza di altri paesi, la Germania in primo luogo.
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