Il testo che ho voluto riportare sotto, è di un pezzo che mi ha fatto apprezzare un genere che fino a quel momento per me sconosciuto e che non prendevo molto in considerazione.
Queste liriche nonostante parlino di Roma, evocano delle sensazioni che mi riportano nel posto in cui sono cresciuto e dal quale ho sempre cercato di uscire tornando poi inevitabilmente ad amarlo.
IL CIELO SU ROMAQueste liriche nonostante parlino di Roma, evocano delle sensazioni che mi riportano nel posto in cui sono cresciuto e dal quale ho sempre cercato di uscire tornando poi inevitabilmente ad amarlo.
(dall'album "Scienza Doppia H" 1999)
"Esco di casa e ci sto dentro, la mia città grande quanto grande il mondo, a volte mi ci perdo non
vanto, riflessa nello specchio dei negozi persa in mille vizi, troppi pezzi troppi palazzi, mille facce
mille storie mille volti hai giurato ma alla fine poi ti scordi qualcuno te lo scordi se lo perde per la
strada ma Roma se ne frega in cambio dalla notte che ti invita fredda che quel freddo ti rimane a
volte così calda che quel freddo te lo fa scordare, così viziata e vissuta nello stesso tempo
insegna quante volte ch'ai da esse svelto troppe volte ha visto l'amore fasse rosso su una lama
de cortello ma dimmi quante volte hai visto il cielo sopra Roma e hai detto quant'è bello, viettelo
a vedè dall'alto scavalca il muro al foro e viemme accanto eccola e stasera non farà la stupida
darà le mejo stelle la mejo luna che me illumina.
Rit.
E' nella testa
tutto qua tutto qua
comunque resta
tutto qua tutto qua
E' nella testa
tutto qua
restano le mejo stelle solo le mejo che dà
E' nella testa
tutto qua tutto qua
comunque resta
tutto qua tutto qua
E' nella testa
tutto qua
tutto quello che mi serve sotto il cielo della mia città.
Nato in mezzo al fiume della mia città nel cuore della mia città chi nasce qua qua ci resta, la
gente vive nel posto nel quale abito intorno a me ma non ne vive neanche un attimo, n'adà
passà d'acqua sotto sti penti prima che si risolvano e ritornino i conti quante ne ho viste vissute
o ne ho fatte sotto questo cielo giorno e notte, l'ho attraversatata col motorino da parte a
parte o in matropolitana sotto il suolo sottostante, la sua forma è la mia forma, la Roma di chi se
ne va ma che tanto poi ritorna, tanti scenari da film per chi si ama quante fontane per bere in
ogni angolo di Roma negli anni ottanta si girava con lo special cinquanta qualcuno ci aveva
messo il centoquaranta i ciaetti che facevano una piotta e trenta e sotrie del genere le cose
grosse più le piccole per crescere, in mezzo a questo sotto questo cielo vivo ed un motivo ce
sta se lo scrivo.
Rit.
Roma la città eterna non scende a patti la Roma dei coatti le comitive sui muretti, le borgate la
periferia i palzzi la Roma degli sguardi che finiscono in scazzi, nei cortili qualcuno sta vendendo
qualcuno sta comprando una sirena e stanno già scappando via di qui tocca dasse al più presto
più presto per lasciare un segno in mezzo a tutto questo, la Roma dei romani de Roma de chi la
vede pe la prima volta e ce se innamora la Roma bene acchittata che pe acchittasse paga le sale
giochi la mattina coi pischelli che hanno fatto sega il fronte i fasci il forte gli autonomi le
situazioni brutte di notte stazione termini il bionno tevere il cielo sopra Roma che non smette mai
de vivere".
1 commento:
ok consiglio approvato..
scaricazione in corso..
barbaminchia consiglia: "tutti contro tutti" di Giorgio Anali..
una frase tipo: "è il sogno segreto dei corvi di Orvieto di dare la morte ai corvi di Orte"
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